COMUNICARE IN INTERNET

COS'È IL MARKETING




16 dicembre 2019

Cos'è il marketing
Cos'è il marketing, perché forse non è quello che pensiamo e cosa è il marketing del futuro, per me: questo post parla di questo.
Cosa è il marketing?
Spesso associamo questa parola alla pubblicità.
Quasi sempre pensiamo che "fare marketing" significhi vendere.
Ed è vero: il marketing sono tutte quelle azioni che hanno lo scopo finale di vendere un prodotto o servizio.
Ma in realtà il concetto di marketing, che è nato ufficialmente meno di un secolo fa, è più complesso.
Ne esistono diverse definizioni, alcune anche poco chiare, io semplificherei in questo modo: il marketing è comunicare con le persone a cui vuoi vendere.
Perché il marketing sono tutte le azioni che si compiono per capire di cosa c'è bisogno (prodotto o servizio), per decidere, in base a questo, cosa produrre e come, per comunicare che questo prodotto o servizio esiste, e poi venderlo. La pubblicità è solo una parte di questo processo, e anche la vendita vera e propria.
Il marketing che funziona meglio, a mio parere, è quello che non hai la consapevolezza, da cliente, che sia marketing.

TUTTO È MARKETING

In internet come fuori da internet il marketing è fatto di diversi passaggi:

  1. La prima fase è di analisi, per capire quali sono i bisogni precisi di una categoria di persone, o aziende che son comunque fatte di persone, il famoso target.

  2. Ci sarà poi la fase di definizione del prodotto o servizio (caratteristiche, prezzo), la creazione dell'offerta.

  3. E poi l'elaborazione di una strategia di vendita (metodo di distribuzione, promozione, fidelizzazione).

Quando nel branding si parla di definire chi sei, cosa fai, come, quando, dove e perché si parla di marketing.
Quando dico che nel sito web queste cose devono essere presenti in modo chiaro, parlo di marketing.

Tutto quello che facciamo per comunicare il nostro lavoro è marketing.
Tutto quello che facciamo per capire che tipo di lavoro vogliamo fare e per chi, è marketing.
Soprattutto quello che facciamo per creare e mantenere una relazione col cliente è marketing.
Perché viviamo l'era del cliente.

IL MARKETING DEL FUTURO

Le persone amano comprare ma non amano che gli si venda qualcosa, dice Jeffrey Gitomer, autore di "La bibbia delle vendite" e di altri 14 libri sulla vendita, e lo sappiamo tutti, da clienti, che è così.
Amiamo vivere emozioni, amiamo che qualcuno o qualcosa ci migliori la vita, amiamo scegliere autonomamente o almeno averne la sensazione.
Amiamo non essere convinti ma informati, formati, ispirati. Amiamo comprare qualcosa in cui crediamo, fatto da qualcuno di cui condividiamo i valori.
Il marketing del futuro dovrà tener conto di questo.
Vendere dovrà significare soprattutto risolvere un problema e creare una relazione.
Comunicare il valore di quello che si produce e dare alle persone la possibilità di comprarlo in modo semplice.

Che un certo tipo di marketing basato sulla vendita aggressiva non funzioni più è una sensazione che abbiamo tutti, da clienti. Siamo invasi da offerta omologata e inutile, da pubblicità sempre più dozzinale che ci innervosisce, da telefonate fastidiose, da bugie più o meno palesi che ci raccontano per convincerci, poi quando ci serve qualcosa di preciso la verità è che facciamo fatica a trovarlo.
Comunque dobbiamo cercarlo, magari online, autonomamente.

Questa è l'era del cliente perché ci siamo stancati di essere passivi e vogliamo essere protagonisti. Non guardiamo alla tele "quello che c'è" ma acquistiamo servizi per poter scegliere di preciso cosa guardare, quando e come. Non apriamo la porta al venditore della compagnia energetica ma andiamo a confrontare in internet le tariffe per scegliere autonomamente. Non siamo più obbligati a servirci nei negozi vicino a noi con un'offerta limitata: abbiamo internet a nostra disposizione con tutte le sue tipologie di offerta.

Cerchiamo in Google.
Non troviamo solo la multinazionale potente.
Se sappiamo cercare troviamo l'artigiano che vende direttamente, il commercialista dei nostri sogni.
Troviamo le informazioni per scegliere con calma e comodità un prodotto o servizio, per risparmiare tempo e soldi.
Recensioni, passaparola, articoli.
Neppure ci rendiamo conto di quanto internet ci ha cambiato la vita e di quanto ha cambiato la vita a chi vende e a chi compra, se lo utilizziamo bene.
Come clienti abbiamo il problema di selezionare, di scegliere di chi fidarci.
Come aziende abbiamo il problema di distinguerci, fermare l'attenzione, infondere fiducia.
Il marketing del futuro è fatto di questo.
Matematica ma soprattutto psicologia.

Si parla molto di dati, di analisi.
Ma si parla anche molto (ne parla chi ne sa più di me) di persone. Che non sono numeri.
Appena possibile, prima possibile, bisogna uscire dalla logica dei numeri e far diventare quei numeri delle persone vere: chiedere, capire, emozionare, comunicare, ascoltare.
Prima, durante e dopo la vendita. Anche e soprattutto in internet.

Può sembrare un paradosso ma proprio quando sembra che tutto sia filtrato da uno schermo ci ritroviamo a mettere la persona in primo piano, a dover uscire dalla omologazione, a fornire più esperienze che prodotti, più emozioni che utilità pratica.
Ci distinguiamo quando tocchiamo le corde dell'istinto, quel perché di cui si parla tanto, la motivazione che ci porta a diventare punti di riferimento non da seguire ma a cui affiancarsi.
Siamo nell'era del fallimento della competizione selvaggia, del privilegiare la quantità sulla qualità, dello spreco, della crescita infinita fatta di sfruttamento. Sono concetti che ci hanno portato al rischio di estinzione, alla creazione di società e modelli lavorativi disumanizzanti.
Sarò una visionaria ma io il futuro lo vedo fatto di consumi consapevoli, di aziende che hanno una motivazione etica e sostenibile, una visione sociale, di valore creato e condiviso, di ricchezza distribuita equamente, di rispetto (per chi lavora, per chi compra, per l'ambiente), di riconoscenza.
C'è il rischio del greenwashing? Non importa. C'è chi segue l'onda per interesse e chi l'onda l'ha creata.

Abbiamo il dovere della responsabilità e un potere enorme sia come produttori che come consumatori, oggi. Ma bisogna riuscire a comunicare, e questo è marketing.

Non è con lo sfruttamento che si ottiene produttività, non è con l'inganno che si fa business.
Non più. Non lo dico io e neppure un guru tibetano, lo dicono gli esperti di marketing.
Siamo nell'era del "golden circle", dell'arte del vendere il perché, e io ci credo.

E tu? Che tipo di marketing vorresti per il tuo futuro? Questo articolo ti è stato utile?
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[ Photo by Nik MacMillan on Unsplash ]

 




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